Creare una mappa può sembrare semplice, ma non sempre il risultato finale è quello desiderato.
Gusti personali e “capricci” progettuali possono – a volte – portare a mappe poco leggibili e mal interpretabili.
Ecco come dimezzare il tempo di scelta della grafica e gli errori da evitare come la peste.
La domenica pomeriggio mi capita spesso di andare a fare una passeggiata in centro con la mia famiglia.
Este, soprattutto per il suo Castello Carrarese ed i suoi Giardini, è una tra le città più conosciute della provincia di Padova. Attira sempre molte persone (turisti e non) che amano la sua lunghissima storia.
Ultimamente, mi sono reso conto passeggiando tra le “mie mura”, che il look degli adolescenti è molto cambiato rispetto a come ero io da adolescente.
Devo dire che trovo curioso quel miscuglio di colori accecanti che certi ragazzi scelgono come tinta di capelli.
Ragazzi, massimo rispetto, ma vedere certe pettinature mi pareva si fossero trapiantati degli evidenziatori nella testa! 😉
Questo fatto dei colori fluo mi ha però fatto pensare…
Quante volte, negli anni passati, ho visto Mappe dove mi è scappato un sorrisino per la loro tematizzazione (tecnicamente si definisce così il modo di “colorarle”) a dir poco imbarazzante?
Lasciami allora fare il Supereroe per un paio di minuti e dammi il modo di correre in aiuto di tutte queste persone.
Ti racconterò di come tematizzazione errate possono dare fastidio e NON essere la soluzione migliore.
Usare colori shocking nelle proprie mappe: un errore da con commettere!
Il professionista alle prime armi solitamente pensa che per rappresentare i dati sulle mappe e “valorizzarli” al massimo, sia necessario usare colori vivaci e pesanti tratteggi coprenti.
Questo con l’obiettivo di far risaltare maggiormente l’intensità del colore e ottenere così un ottimo risultato.
Quasi tutti, iniziano in ordine alfabetico col primo dato e scelgono il rosso, il verde acido per secondo, il rosa fluo tendente al giallo limone per terzo e così via, posso scommetterci…un po’ come i bambini che giocano a Strega comanda colore e pur di vincere inventano colori che neanche esistono!
Per andare nel concreto, prendiamo come esempio uno Strumento Urbanistico Veneto: il Piano degli Interventi (PI).
Un Piano degli Interventi è composto da un centinaio di livelli informativi e richiede parecchio tempo per essere elaborato e preparato.
La scena è più o meno questa di solito…
Convinto di usare una tecnica efficace, chi sta preparando il dato è focalizzato sul completare il lavoro e non ha il dubbio che il risultato finale possa essere deludente.
Il più delle volte, la brutta sorpresa arriva alla fine – magari con la consegna il giorno dopo – quando il tecnico rende visibili tutti i livelli e in un colpo solo perde almeno 4 diottrie per quello che vede.
Purtroppo non è tutto, in quanto mancano anche dati.
“Ma dove sono andati a finire?”
Di sicuro gli viene il dubbio di avere cancellato qualcosa e preso dall’ansia comincia a smanettare col mouse per capire cosa sia successo.
Fortunatamente la situazione non è mai grave: non ha cancellato nulla, semplicemente non ha tenuto conto dell’ordine di visualizzazione tra dati (aree – linee – punti) e le aree del livello superiore coprono tutto.
Resta comunque il fatto che ha buttato via parecchie ore di lavoro senza ottenere alcun risultato!
A questo punto l’operatore può scegliere 2 strade: chiedere aiuto a un collega (che bestemmiando in latino antico potrebbe anche risponderli che non ha tempo) oppure farsi aiutare da un Professionista esterno.
Ecco i 4 passaggi per far trasformare la tua mappa da scarabocchio a quadro di Botticelli!
Scartate l’ipotesi di farsi aiutare dal collega ecco i consigli che dò sempre a chi mi chiede aiuto:
1. Riempimento e trasparenza: all’occorrenza, fai in modo che il riempimento pieno delle aree sia leggermente trasparente (ottimo un 30%).
a. In questo modo sicuramente si vedrà tutto. Devi accettare il fatto che che i colori sembrino un po’ sbiaditi in quanto questo eviterà di sprecare un sacco di colore della stampante e di perdere tutte le diottrie.
b. Ricordati che i tuoi dati devono avere valore per quello che significano e non perché fanno girare la testa.
2. Tratteggi alternativi: se hai tante aree sovrapposte e i colori si mescolano, sarai costretto a sacrificare alcuni tratteggi coprenti (ti consiglio di utilizzare i livelli che contengono le aree più grandi) usando altre grafie.
Meglio non complicare le cose andando a creare o scaricare modelli da internet. Un semplicissimo stile a righe regimental (tipo quelle in diagonale delle cravatte) va più che bene.
3. Ordine di visualizzazione: partendo dal basso devi mettere: aree con retino coprente (pieno) – aree con retino non coprente – linee – punti. Questa regola ti permetterà di non nascondere nessun dato sotto agli altri e di rendere la mappa leggibile.
4. Simboli: se stai usando un GIS (sono dei Software che permettono di analizzare, rappresentare e interrogare contemporaneamente mappe e relativi dati associati), usa i simboli dinamici. Questi si rimpiccioliscono o si ingrandiscono a seconda della scala di zoom sul tuo schermo al posto di quelli che restano sempre della stessa grandezza.
Potrai così guadagnare ancora punti sulla semplicità del progetto.
Se invece non hai un GIS (o il tuo GIS non ha questa gestione dei simboli), allora fai un paio di stampe in scala e decidi le dimensioni in modo da produrre stampe chiare sia a scale alte che basse.
5. Organizzazione della legenda: se hai un progetto composto da più tavole dovrai fare in modo che possano essere accese o spente singolarmente.
Pensa alla legenda come ad un albero: la legenda è il tronco, i rami portanti sono le tavole e i rametti sono i singoli livelli. Se lavori (accendi/spegni) sui rami portanti cosa succede ai rispettivi rametti?
Giusto, subiscono tutti contemporaneamente la stessa azione (tutti si accendono/spengono in un colpo solo) e tu non devi cliccare su ogni singolo livello.
6. Scale di visualizzazione: se il tuo GIS te lo permette, puoi impostare che i singoli livelli si visualizzazione o meno a seconda dello zoom.
A scale alte si vedranno solo i dati che ti permettono di orizzontarti (ad esempio confine comunale, strade, fiumi), mentre a scale basse si accenderanno anche i livelli di dettaglio che arricchiscono il progetto (ad esempio case, nomi delle strade/fiumi, numeri civici).
Creare mappe leggibili è molto semplice, basta avere però ben chiari in testa i trucchi del mestiere ed utilizzare i giusti accorgimenti senza cedere alla tentazione di usare colori sgargianti per rendere interessanti i dati.
Se ti sono piaciuti questi consigli, potrebbero piacerti anche quelli che ho scritto nella mia Guida “Come valorizzare il tuo territorio su web anche se non hai un solo Euro in tasca e non sei un Mago del PC”.
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Map Your Business!
Federico Rosa
Esperto in Mappe GIS Personalizzate
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